Affondare l’anima nella gioia

L’ombra che ho frugato ormai non mi appartiene.
lo ho la gioia duratura dell’albero,
l’eredità dei boschi, il vento del cammino
e un giorno deciso sotto la luce terrestre.
Non scrivo perché altri libri mi imprigionino
né per accaniti apprendisti di giglio,
bensì per semplici abitanti che chiedono
acqua e luna, elementi dell’ordine immutabile,
scuole, pane e vino, chitarre e arnesi.
Scrivo per il popolo per quanto non possa
leggere la mia poesia con i suoi occhi rurali.
Verrà il momento in cui una riga, l’aria
che sconvolse la mia vita, giungerà alle sue orecchie,
e allora il contadino alzerà gli occhi,
il minatore sorriderà rompendo pietre,
l’operaio si pulirà la fronte,
il pescatore vedrà meglio il bagliore
di un pesce che palpitando gli brucerà le mani,
il meccanico, pulito, appena lavato, pieno
del profumo del sapone gua!derà le mie poesie,
e queste gli diranno forse: «E’ stato un compagno».
Questo è sufficiente: questa è la corona che voglio.
Voglio che all’uscita di fabbriche e miniere
stia la mia poesia attaccata alla terra,
all’aria, alla vittoria dell’uomo maltrattato.
Voglio che un giovane trovi nella scorza
che io forgiai con lentezza e con metalli
come una cassa, aprendola, faccia a faccia, la vita,
e affondandovi l’anima tocchi le raffiche che fecero
la mia gioia, nell’altitudine tempestosa.

[Pablo Neruda]

#scrivimisulcuore

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Silenzio, sovversivo silenzio

Silenzio, mentre gli occhi della fanciulla si immergono nello sguardo del Cielo: rivoluzione silenziosa quella di Nazareth. Eppure, nella modestia delle pareti domestiche, si consuma la sovversione dell’umano: gioia non è avere qualcosa, ma essere di qualcuno; fecondità non è fare qualcosa, ma lasciar fare qualcun altro; verginità non è rinuncia a qualcosa, ma scelta del tutto. Continua

Voce di boato

Giovanni la voce, il Signore, invece, in principio era il Verbo. Giovanni voce nel tempo, Cristo in principio Parola eterna. Togli la parola, che cos’è la voce? Non ha nulla di intellegibile, è strepito a vuoto. La voce, senza la parola, colpisce l’orecchio, non apporta nulla alla mente.

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Libera la gioia!

joyfulOgni uomo attende e potremmo trovare tutti d’accordo nel dire che ogni uomo attende la gioia: oggi io attendo la gioia e così, certamente, anche tu. Sull’orizzonte di questa nostra attesa troviamo Giovanni, purificatore dell’attesa, purificatore della gioia. Di fronte alla concretissima domanda «che cosa dobbiamo fare?» lui ha indicazioni semplici e precise. Eliminare tre attese di gioia fasulla: essere (qualcuno), possedere (qualcosa), potere (su qualcuno, su di me). Continua