Uno specchio e quattordici pietre

ballet in the mirrorI movimenti erano perfetti, provati e riprovati quasi fino a rendere ogni respiro una vera arte. Di fronte a quello specchio aveva costruito tutta la sua vita: sulla superficie argentea aveva scritto il suo sogno e sapeva di potercela fare. Si recò all’accademia, pronta per il provino, il giorno più importante della sua vita. Continua

Perché sei venuto a disturbarci?

RAB-Day-9-220«Perché sei venuto a disturbarci?». È la domanda che il grande inquisitore di Dostoevskij pone a Cristo stesso, prima di decidere di condannarlo. È la domanda che noi poniamo a quest’Uomo ogni volta che insiste a sciogliere la lingua di qualche muto, perché ci possa ripetere: «il Regno è qui!». Ma noi, diciamolo chiaramente, questo Regno così presente non lo vogliamo. Continua

Una corsa, una pazzia

Una corsa che pare una pazzia,

perché ogni tratto del corpo

porta scolpite le brutture della lontananza

che ormai suonano lapidarie: “esilio”.

Eppure sull’orizzonte

si riconosce quella casa

fatta di sguardo, braccia e cuore.

Una corsa che sembra

quella del viandante nel deserto

convinto del miraggio della salvezza.

Ma quella casa c’è davvero

e, non appena gli sguardi si incrociano,

comincia pure lei a correre,

anzi, corre per prima.

E, senza lasciare il tempo

a nessuna parola di domanda o risposta,

quello sguardo fissa,

quelle braccia stringono,

quel cuore ama.

E il volto sozzo sulle vesti candide,

e i pugni tra le mani spalancate,

e il cuore timoroso nel cuore che ama:

non c’è calcolo, non c’è parola,

ma solo Misericordia pura.

C’è ancora LUI, la casa,

e ci sei ancora tu:

una corsa che pare una pazzia,

perché a correre è l’Amore.

 

#scrivimisulcuore

+ Vangelo di Luca [15,1-3.11-32]

In quel tempo, si avvicinarono a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbidito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

Cena da pazzi!

C&C Segheria«Senta, padre, dovrei parlarle. Mio figlio si è allontanato dalla Chiesa e non so più cosa dirgli per fargli capire quanto sia necessaria la Fede…». «Lei cucina bene?». Ammutolita. «Come, scusi?». «Lei, dicevo, cucina bene? Chiarisco: quando spiega l’importanza della Fede a suo figlio, lo fa avendo preparato un pranzo particolare, magari con un buon dolce e avendo apparecchiato con cura speciale la tavola?». Continua

Poveri di diritti, ricchi di Famiglia

landscape familyIn questi giorni sono profondamente addolorato dalla gravissima mancanza di rispetto nei confronti della Sacra Famiglia. Tante vignette, una in particolare, che parlano di “genitore single” in riferimento al Padre Onnipotente, di “utero in affitto” rispetto alla Beata Vergine, di “genitore affidatario” guardando a San Giuseppe. Che schifo: una bestemmia gridata anche da coloro che si dicono cristiani! Continua

Applausi al Genio

tumblr_na71q7bF1F1qcga5ro1_500Applausi a Gesù. Gesù che guarisce, che predica bene, che dice cose belle, che aiuta chi soffre, che viene comodo quando ti manca il pane o quando hai finito il vino, che è un mito quando mette la pezza sul tuo poco impegno che ti sta per costare un fragoroso fallimento. Poi, improvvisamente, le “mani per Gesù” diventano “mani su Gesù”. Continua