E io vivrò per LUI

Perdonami, ma non riesco a non parlarti della cosa più bella che sia accaduta alla mia vita: il sacerdozio! Oggi sono cinque anni, anni brevi perché ricchi di gioia (quella bella, che sa vincere e non escludere le lacrime), ma anche densi, perché quando vivi davvero, la vita è già eterna.

Cinque anni in cui ho intuito (niente più di un’intuizione) che amare è l’arte di essere piccoli e l’amato è la grandezza della tua piccolezza. Perché poi la vita ha senso solo così, se si fa spazio per un altro, per l’Altro. Ma questo chiede che tu ti faccia piccolo, sempre di più, e solo l’amore sa darti il coraggio di questa “compressione esistenziale”, che fa di te una vera bomba. Continua

Sei un fiore

Si usa dire a qualcuno che sia particolarmente in forma: «guardati: sei (o “stai”) un fiore!». Perché ci si innamora facilmente di un fiore, salvo poi rimanere delusi quando, dopo un tempo sempre troppo breve, si sperimenti quanto sia effimera la sua bellezza. Verrebbe allora da chiedersi se le fioriture della vita, istanti luminosi di gioia, siano disseminati tra le tortuose strade della fatica, della incomprensione, della disperazione, come una specie di inganno, destinato a deludere. Perché il fiore non può essere incorruttibile? Perché la vita non è un fiore, ma è un frutto. Se la vita fosse un fiore, scopo dell’esistenza sarebbe abbellirsi, ma, dal momento che è un frutto, pare evidente come lo scopo sia abbellire. Non si vive per sopravvivere, ma per donare vita: questa è la lettera d’amore scritta sui petali cadenti di un bellissimo fiore. Teologia amara e dolce quella del fiore, che scopre il compimento della propria bellezza quando muore nel frutto.

#scrivimisulcuore

*omelia nella festa patronale di Santa Rita, Torino

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Maria, vas spirituale

Maria, “vas spirituale”, dimora dello Spirito Santo, in quanto “sposa” dello Spirito, così intimamente unita a Lui, da divenirne “arpa”, che suona melodiosamente al suo delicato e deciso tocco. Proprio perché dimora dello Spirito, Maria diviene maestra di vita spirituale, cioè di vita radicalmente obbediente alle mozioni della terza Persona della Santissima Trinitá, ma rimane anche scrigno prezioso dei sette doni, che per sua intercessione possiamo e dobbiamo domandare.

*meditazione Alleanza Cattolica, Torino 14 maggio 2018

Maria, vas spirituale

Forse solo Dio basta

La sfida del radicamento si gioca nell’agone del raccolto, della potatura e dell’inverno, perché la domanda della vita nella Vite si esprime così: solo Dio basta?

Ma, se IO fossi per te raccolto,
e mi presentassi a te
proprio nel pieno
della maturazione del colore e del profumo
e, senza chiederti il permesso,
ti portassi via quei frutti,
per i quali hai dato tutto te stesso,
ecco, se IO fossi per te raccolto,
tu mi seguiresti ancora?
O forse tu vuoi gustare altri frutti,
forse hai attaccato il cuore ad altri frutti,
forse desideri altri frutti.
Se IO fossi per te raccolto,
tu mi seguiresti ancora? Continua

Lussuria, castità, scienza

Guardare con lo stupore innamorato che rende Dio amante della vita, di ogni vita; stringere senza possedere; accogliere tutto, senza chiedere niente. È la sfida dell’amore, che unico vince il peccato che continuamente priva di fecondità il respiro del mondo. Passi difficili, certo, ma noi siamo stati creati campioni. Ma ricorda: è tutta Grazia!

*catechesi giovani UP9, Torino 27 aprile 2018

LussuriaCastitàScienza

già scavalcata ogni resa

Iniziamo il nostro cammino, disegnato da straordinari orizzonti, contenuti tra le pareti di un catino: quanti meravigliosi riflessi, nell’angustia di un catino! Iniziamo ascoltando colui che più di tutti ha scoperto nei propri limiti il luogo d’appuntamento con il Salvatore: Pietro. Come può un limite diventare redenzione? «non prescrivere a Dio ciò che Egli deve fare, ma imparare ad accettarLo così come si manifesta a noi» [Benedetto XVI].

Sarà così che, «già scavalcata ogni resa», ci ritroveremo oltre la soglia che il limite disegnava: l’Amore che salva.

* ritiro FUCI, Ravenna 10 marzo 2018

già scavalcata ogni resa

Dove rimani, Signore?

Dove rimani, Signore,
per svegliarti ogni mattina?
Perché è il primo passo
che decide il cammino
e quel passo
io lo voglio fare con TE.
E perché chi trovi il mattino
è la tua ragione di novità
e quella novità per me
voglio che sia TU.

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In principio era la fame

di Marc-Alain Ouaknin

In che senso il Talmud è un Libro aperto? Innanzitutto è un libro non dogmatico, un libro che pone continuamente interrogativi, rifiutando i dogmi e le verità definitive. Ma il Talmud è aperto anche nel senso che ogni pensiero è sempre calato all’interno di un dialogo e di una controversia, con la consapevolezza, come dice Antonio Lobo Antunes, che «è impossibile pensare senza contraddizioni, impeti, rimorsi, senza quella forma di furore indignato di un roveto ardente che getta le idee e le emozioni le une contro le altre in una perpetua esaltazione». Ma possiamo intenderlo aperto anche nel senso di una finestra che si apre sul mare. Allora la domanda diventa: Su cosa è aperto il Talmud? Continua

Clamasti, ovvero la vocazione

Quando mi chiama? Perché mi chiama? Come capire la mia chiamata? Uno dei temi più dibattuti, specie in vista del Sinodo: la vocazione. Vocazione è un agire primo di Dio: clamasti. Allora e solo allora, la vocazione assume i tratti e la responsabilità della risposta.

* ritiro MOVIMENTO LITURGICO GIOVANILE, Le Barroux 4 gennaio 2018

Clamasti