Chi non ascolta ha ben poco da dire e chi non apprende ha ben poco da dare. Chi non crede ha ben poco da affermare e chi non si fida ha ben poco di cui stupirsi. Continua
battista
La vera profezia è l’ascolto
«La cosa più importante oggi è riscoprire il mistero della mediazione: noi abbiamo bisogno degli altri per diventare ciò che siamo. Continua
Che disincanto!
Che disincanto il Vangelo scritto nella carne di Giovanni: sappi che il al mondo piace il peccato, mentre odia la giustizia. Che disincanto trovarsi sbattuta in faccia la cruda verità: tra la sinuosità di Erodìade e la durezza di Giovanni, anche io avrei scelto la prima. Continua
Maledetto
La vera maledizione è vivere una vita non riconciliata. Maledetto è il cuore che non si consumi nella riconciliazione della casa, perché finirà per chiamare “avversario” il fratello e “amata” la tentazione che sappia di fuga o rivincita. Maledetto è il cuore che non si consumi nella riconciliazione della coscienza, perché finirà per vedere come lecito il peccato e come fantasma la conversione. Maledetto il cuore che non si consumi nella riconciliazione del potere, perché finirà per bramare tutto e disamare tutti. Continua
Profeta sconvolto
Dalla memoria (radice di Zaccaria) alle viscere (radice di Giovanni), perché Dio non accetta di essere pio pensiero nella mente o devota parola sulle labbra: LUI vuole essere sangue. Sangue che ribolle nelle profondità insondabili di chi ha lasciato che la chiamata frantumasse la dura pietra della sordità, fino a lasciar risuonare libera la sconvolgente verità di un Altro. Ecco il profeta: un uomo visceralmente sconvolto dalla volontà di un Altro su di lui.
Acqua e vino
Giovanni guarda, Gesù cammina; Giovanni riconosce, Gesù cerca; Giovanni è acqua, Gesù è vino. Perché il nostro cammino è LUI che ci cammina incontro: occhio ai (Suoi) piedi, perché la vita di Grazia è quella che lega il nostro vedere al Suo venire! Continua
Non io!
È refrattario a parlare di sé, come se non ce ne fosse il tempo, così, quasi scorbutico, spegne il riflettore della curiosità con un secco: «non io!». L’urgenza evangelica parla solamente il linguaggio della profezia che non cerca “la trovata”, ma cerca di farLo trovare. Continua
Voce di boato
Giovanni la voce, il Signore, invece, in principio era il Verbo. Giovanni voce nel tempo, Cristo in principio Parola eterna. Togli la parola, che cos’è la voce? Non ha nulla di intellegibile, è strepito a vuoto. La voce, senza la parola, colpisce l’orecchio, non apporta nulla alla mente.
Non mi aspettare
non mi aspettare,
non ne vale la pena,
perché io non sono la Méta,
ma solo una strada,
una memoria:
io fisso il Sole
solamente per ricordare a te
il Suo calore
#scrivimisulcuore
+ Vangelo di Giovanni (1,19-28)
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora; «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
La Bellezza negli scarabocchi
Il Prologo giovanneo è composto di due parti ben distinguibili: un grande inno che con poesia mirabile scruta i segreti più profondi del Verbo, e la narrazione della vita del Battista. Continua