Affondare l’anima nella gioia

L’ombra che ho frugato ormai non mi appartiene.
lo ho la gioia duratura dell’albero,
l’eredità dei boschi, il vento del cammino
e un giorno deciso sotto la luce terrestre.
Non scrivo perché altri libri mi imprigionino
né per accaniti apprendisti di giglio,
bensì per semplici abitanti che chiedono
acqua e luna, elementi dell’ordine immutabile,
scuole, pane e vino, chitarre e arnesi.
Scrivo per il popolo per quanto non possa
leggere la mia poesia con i suoi occhi rurali.
Verrà il momento in cui una riga, l’aria
che sconvolse la mia vita, giungerà alle sue orecchie,
e allora il contadino alzerà gli occhi,
il minatore sorriderà rompendo pietre,
l’operaio si pulirà la fronte,
il pescatore vedrà meglio il bagliore
di un pesce che palpitando gli brucerà le mani,
il meccanico, pulito, appena lavato, pieno
del profumo del sapone gua!derà le mie poesie,
e queste gli diranno forse: «E’ stato un compagno».
Questo è sufficiente: questa è la corona che voglio.
Voglio che all’uscita di fabbriche e miniere
stia la mia poesia attaccata alla terra,
all’aria, alla vittoria dell’uomo maltrattato.
Voglio che un giovane trovi nella scorza
che io forgiai con lentezza e con metalli
come una cassa, aprendola, faccia a faccia, la vita,
e affondandovi l’anima tocchi le raffiche che fecero
la mia gioia, nell’altitudine tempestosa.

[Pablo Neruda]

#scrivimisulcuore

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Bellissima bambina

«È una bambina! È una bellissima bambina!».

Lo senti il grido di gioia di Gioacchino? Li vedi gli occhi colmi di meraviglia incastonati sopra il sorriso di Anna?

Una bambina è nata, una bellissima bambina. E la liturgia di oggi ci porta in questa piccola stanza ingigantita dalla gioia, senza preoccuparsi di dirci quel che accade, perché lo sappiamo. La liturgia ci introduce alla festa della nascita di Maria suggerendoci le parole giuste da usare.

Che cosa dire ad una bambina? Semplice: basta raccontare storie. Continua

Istruzioni per regnare

«Regnare Christum volumus!» (cfr. 1 Cor 15, 25): oggi lo ripetiamo con Maria Regina! E noi la chiamiamo Regina, mentre lei ama definirsi serva: chi ha ragione? Ha ragione Maria, che in poche battute si decide per una vita tutta orientata a quella Parola che le è stata rivolta: Maria, maestra di fede, non solo ascolta la Parola, ma la vede riflessa nel volto di Gabriele e riverberata nella propria storia e, riconoscendo la Parola, conosce la volontà del Re. Ed ecco il Regno: quella porzione di storia che lo fa regnare. Continua