A tuffarsi dalla riva

Tra la riva desolata e la profondità meravigliosa stanno due soli elementi: una chiamata e una risposta. E la chiamata accade lì, proprio sulla riva desolata, mentre la risposta si invera altrove, al largo. La chiamata si svuota per entrare nel tuo niente e la risposta si lascia riempire per abitare l’abbondanza. Miracolo: il niente non è maledizione e l’abbondanza non è magia! Continua

E io vivrò per LUI

Perdonami, ma non riesco a non parlarti della cosa più bella che sia accaduta alla mia vita: il sacerdozio! Oggi sono cinque anni, anni brevi perché ricchi di gioia (quella bella, che sa vincere e non escludere le lacrime), ma anche densi, perché quando vivi davvero, la vita è già eterna.

Cinque anni in cui ho intuito (niente più di un’intuizione) che amare è l’arte di essere piccoli e l’amato è la grandezza della tua piccolezza. Perché poi la vita ha senso solo così, se si fa spazio per un altro, per l’Altro. Ma questo chiede che tu ti faccia piccolo, sempre di più, e solo l’amore sa darti il coraggio di questa “compressione esistenziale”, che fa di te una vera bomba. Continua

Quale racconto?

È il racconto della vita quello che è rappresentato in questo Vangelo, a prima vista un po’ raffazzonato. Tre tappe, tre domande, da porsi sempre: dalla sera del giorno, alla sera della vita.

Premessa al racconto: ma tu vivi per sfamarti, a costo di affamare altri, o per ridurti alla fame, pur di nutrire tutti?

Svolgimento del racconto: sei pronto a disperdere, pur di non perdere, o sei disponibile a perdere per non disperdere nessuno?

Gran finale: vuoi poter mettere la tua firma, così da essere “originale”, o speri di rimanere tanto fedele alla verità, così da scoprire quella firma d’Autore che ti faccia riconoscere come “originato”?

#scrivimisulcuore

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Tu appartiene alla voce

L’appartenenza non è questione di un nome che mi sia stato dato, ma di una voce cui mi sia chiesto continuamente di dare ascolto. Perché un nome, alla cui voce non si presti ascolto, è come una bestemmia che invoca per mettere a tacere. Tu appartieni alla voce che ascolti, tu sei chi decidi di seguire ad ogni passo.

#scrivimisulcuore

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Silenzio, sovversivo silenzio

Silenzio, mentre gli occhi della fanciulla si immergono nello sguardo del Cielo: rivoluzione silenziosa quella di Nazareth. Eppure, nella modestia delle pareti domestiche, si consuma la sovversione dell’umano: gioia non è avere qualcosa, ma essere di qualcuno; fecondità non è fare qualcosa, ma lasciar fare qualcun altro; verginità non è rinuncia a qualcosa, ma scelta del tutto. Continua

Morire per vivere

Non dice una parola, perché l’unica parola che gli interessi davvero l’ha già detta un Altro. Non prende niente con sé, perché l’unica cosa necessaria gli è stata già data. Semplicemente si alza, obbediente e fiducioso, e inizia a camminare, facendo della propria vita uno stare in cammino, piuttosto che trovare un posto. Continua

Perdermi per trovarLo

«nell’abbandono sta la vostra forza!» [Is 30,15]
μετανοεῖτε καὶ πιστεύετε ἐν τῷ εὐαγγελίῳ
cambiate punto di vista e credete nella buona notizia![Mc 1,15]
(νοῦς = “the higher powers of the soul, the faculty of perceiving divine things,
of recognising goodness and of hating evil”)
Ecco, forse il punto è questo: perdersi nello sguardo dell’Altro su di noi, giocarsi la vita intera su una buona notizia, che poteva essere solo sperata, finché un Altro non ce l’avesse raccontata.

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Dove rimani, Signore?

Dove rimani, Signore,
per svegliarti ogni mattina?
Perché è il primo passo
che decide il cammino
e quel passo
io lo voglio fare con TE.
E perché chi trovi il mattino
è la tua ragione di novità
e quella novità per me
voglio che sia TU.

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Incontro

Gesù esce e chiama, passa e vede; gli scribi stanno seduti e giudicano, guardano bene e poi decidono di rimanere fermi dove sono. E di colpo io stesso devo riconoscere di essere un cieco, per le troppe volte in cui ho pensato che guardare bene prima di incamminarmi fosse l’assicurazione di viaggio; ma sono anche zoppo, perché, a furia di sedere a giudizio delle infinite e fantasiose compagnie che il Signore mi offriva, in fondo non sono mai partito. Continua