La fretta della prudenza

«La grazia dello Spirito Santo non comporta lentezze» [s. Ambrogio]: ecco spiegata la fretta di Maria! Eppure c’è qualcosa che sa di imprudenza nel suo pronto partire: era proprio il caso? Ma la prudenza non è la virtù di chi sappia andare con calma, bensì il coraggio di chi abbia capito che cosa meriti prontezza. «Essa non si confonde con la timidezza o la paura, né con la doppiezza o la dissimulazione», dice il Catechismo. La prudenza è il tassello fondamentale del discernimento, ma non è la scusa per temporeggiare. Oggi la crisi vocazionale ci restituisce la fotografia di un popolo di “disgraziati”: cervelli tanto superbi quanto lenti, cuori tanto accesi quanto saturi, gambe tanto curate quanto incancrenite. Prudenza non è sedersi per valutare “la vita migliore”, ma alzarsi per vivere “la vita piena”. Maria, donna prudente, mettici un po’ di santa fretta!

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+ Vangelo di San Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

[Lc 1,39-45]