Crescere è anche perdersi

Quando vedi un bambino, ti viene da pensare: «speriamo cresca sempre così!». E ti si aprono davanti scenari apocalittici: potrebbe infatti diventare un delinquente, potrebbe cedere alla tentazione del fannullismo, potrebbe lasciarsi coinvolgere nella spirale delle dipendenze, potrebbe, insomma, perdersi. E così, per amore o per forza, ci convinciamo che la cosa migliore sia una bella catena, che lo aiuti a capire, senza errori, “a quale lunghezza” la sua vita possa essere vissuta. Continua

Perdermi per trovarLo

«nell’abbandono sta la vostra forza!» [Is 30,15]
μετανοεῖτε καὶ πιστεύετε ἐν τῷ εὐαγγελίῳ
cambiate punto di vista e credete nella buona notizia![Mc 1,15]
(νοῦς = “the higher powers of the soul, the faculty of perceiving divine things,
of recognising goodness and of hating evil”)
Ecco, forse il punto è questo: perdersi nello sguardo dell’Altro su di noi, giocarsi la vita intera su una buona notizia, che poteva essere solo sperata, finché un Altro non ce l’avesse raccontata.

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Un deserto in cui perdersi

 

Un deserto e un fiume: antipodi geografici che nessuno disegnerebbe mai insieme; peccato e perdono: ossimoro esistenziale che nessuno tenterebbe mai di risolvere. Il deserto, come il peccato, uccide; il fiume, come il perdono, porta via il cadavere. Ci è dato appuntamento per perderci.

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La via del lievito

impastareEssere diverso ed essere in minoranza. Accettare le percosse che ti “impastano” sempre più con chi ti divora. Sopportare tempi lunghi di un silenzio che sembra infecondo. Lasciare che il fuoco bruci tutto ciò che è superfluo nella propria vita. Nella gioia del risultato raggiunto, vivere da dimenticati, scomparsi, invisibili.

È la via del lievito. Continua