Immagina quanto dovessero essere belle queste vergini. Immagina la cura che ebbero nel prepararsi a questo momento solenne: quanta attenzione nello specchiarsi su un mare di argento, sino a dipingervi l’elogio della femminilità! Eppure la loro è una bellezza che teme il tempo, che si assopisce nell’attesa e appassisce nella prova della distanza: che brutta la loro assenza all’appello! Ma la bellezza è così: se non arde, brucia. Perché la vera cura è il dono, che aggiunge al bel dipinto della vita il conservante segreto della carità: solo la bellezza donata è consegnata all’eternità. Abbi cura di te, ma abbi cura di te per qualcuno: ardi, e così splenderai!
#scrivimisulcuore
+ Vangelo di San Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
[Mt 25,1-13]