Profeta sconvolto

Dalla memoria (radice di Zaccaria) alle viscere (radice di Giovanni), perché Dio non accetta di essere pio pensiero nella mente o devota parola sulle labbra: LUI vuole essere sangue. Sangue che ribolle nelle profondità insondabili di chi ha lasciato che la chiamata frantumasse la dura pietra della sordità, fino a lasciar risuonare libera la sconvolgente verità di un Altro. Ecco il profeta: un uomo visceralmente sconvolto dalla volontà di un Altro su di lui.

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Questione di etichetta

C’è solo un modo per spegnere la profezia: pensare di saperla già. L’etichetta è la più grande censura, perché è un vero e proprio atto di supremazia con il quale codifico l’altro, quasi fosse un prodotto. La profezia è sempre sorpresa di un incontro nuovo e rinnovante, giocato anzitutto sul volto, più che nelle parole dell’altro: le parole puoi conoscerle già, ma il volto è sempre nuovo, benché sia sempre lo stesso. Continua

Tiratori d'orecchie

ivory soapAbbiamo un problema con i profeti ed è un problema che ci trasciniamo dall’Antico Testamento. Noi vorremmo che i messaggeri di Dio fossero sempre quelli della carezza, della pacca sulla spalla, del «sei forte, continua così». Certo, la profezia è anche questa consolazione. Ma sovente il profeta ti è mandato da Dio per ricordarti la radicalità della tua vocazione: devi essere perfetto! Continua