Niente mistero, niente vita

«Come, egli stesso non lo sa»: siamo invitati a seminare senza pretesa. D’altronde, la vita è feconda, solo se c’è castità, ovvero se si è capaci, come l’agricoltore, di quella “giusta distanza”, che permetta all’altro di crescere, maturare, anche di morire. Due pericoli da fuggire: l’attaccamento e le attese. Due armi da abbracciare: la dedizione e la speranza. La “giusta distanza” è quella che conserva il mistero come tale e la vita è un vero mistero: guai a chi ne oltrepassa la linea di confine!

#scrivimisulcuore

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Lussuria, castità, scienza

Guardare con lo stupore innamorato che rende Dio amante della vita, di ogni vita; stringere senza possedere; accogliere tutto, senza chiedere niente. È la sfida dell’amore, che unico vince il peccato che continuamente priva di fecondità il respiro del mondo. Passi difficili, certo, ma noi siamo stati creati campioni. Ma ricorda: è tutta Grazia!

*catechesi giovani UP9, Torino 27 aprile 2018

LussuriaCastitàScienza

Fino alla castità

Basta pochissimo, davvero niente, e si passa dal seguire qualcuno ad inseguire qualcosa. E qui si vede la passione, nel gesto di chi preferisce morire, piuttosto che finire con l’uccidere, così lascia andare, prima di finire per catturare. La misura appassionata dell’amore, quella che ti garantisce la sequela e sconfigge l’inseguimento, quella che lascia sempre l’altro al primo posto e disarma la prevaricazione e il possesso, ecco questa misura (l’unica giusta) si chiama castità. Continua