L’amore è il tuo sangue

Anche tu sei l’amore.
Sei di sangue e di terra
come gli altri. Cammini
come chi non si stacca
dalla porta di casa.
Guardi come chi attende
e non vede. Sei terra
che dolora e che tace.
Hai sussulti e stanchezze,
hai parole – cammini
in attesa. L’amore
è il tuo sangue – non altro.

[Cesare Pavese]

#scrivimisulcuore

+ Vangelo di San Luca

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

[Lc 2,1-14]

Dei pensieri su “L’amore è il tuo sangue

  • 26 dicembre 2018 at 6:07
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    Sai Don Carlo, anch’io ho da poco cambiato gli occhiali e queste tue parole mi hanno riportato ai primi giorni in cui ci vedevo di nuovo bene, mi sembrava tutto nuovo, tutto straordinario, riuscivo a ri-vedere i più piccoli particolari e mi sono sentita felice.
    Ora vorrei solo non farci l’abitudine, altrimenti torna tutto come prima.
    Nel frattempo ringrazio Dio per i colori, per le colline, per le foglioline degli alberi, per il colore degli occhi della gente.
    Sante feste!

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